Visitare la laguna di Bora Bora con Lagoon Service
Visitare la laguna di Bora Bora era fra le escursioni più attese del nostro viaggio in Polinesia Francese.
In effetti Bora Bora ha un posto d’onore fra le bellezze polinesiane.
Ma come si è svolta la nostra escursione?
Vi raccontiamo la nostra esperienza nel visitare la laguna di Bora Bora con Lagoon Service.
Vedi anche: Bora Bora, guida all’isola più famosa e desiderata della Polinesia Francese fai da te
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Visitare la laguna di Bora Bora: perché Lagoon Service
Molto semplicemente abbiamo optato per questa compagnia dopo aver visto le recensioni e aver notato il generale gradimento degli utenti verso questa compagnia di tour per visitare la laguna di Bora Bora.
In effetti la maggioranza delle compagnie a Bora Bora più o meno si equivalgono anche se non tutte si recano negli stessi punti della laguna per lo snorkeling.
Molte zone sono esclusive di una o dell’altra compagnia, probabilmente per evitare affollamenti, di conseguenza non potrei dire quale sia meglio o peggio.
Vi racconto semplicemente quella che abbiamo scelto noi.
Vedi anche: Polinesia Francese: 10 cose da non perdere a Bora Bora
Le proposte di tour di Lagoon Service
La prima distinzione va fatta fra tour condivisi e tour privati, con i secondi decisamente costosi.
Dopodiché è possibile optare per tour di mezza giornata oppure di una giornata intera con pranzo su un motu.
Lagoon Service offre anche escursioni di solo snorkeling o pesca, ma anche crociere al tramonto con cena romantica su un motu privato.
Certamente a Bora Bora non manca nulla per esperienze indimenticabili.
Vedi anche: Le 6 migliori spiagge della Polinesia Francese
Visitare la laguna di Bora Bora: la nostra esperienza
Noi abbiamo scelto di fare il tour condiviso di una giornata intera con pranzo su motu.
Ci sono stati offerti i trasferimenti da e per il punto di imbarco, che nel nostro caso è stato il Maitai Polynesia effettuati con un taxi privato.
Si parte!
Arrivati al punto di imbarco al pontile del Maitai Resort, conosciamo la nostra guida Ramon che ci fa salire sulla barca che ci ospiterà durante questa giornata.
Che dire, una barca davvero splendida!
Nuova di pacca, comodissima, spaziosa, con spazi all’ombra e al sole, cuscini morbidi e tutta l’attrezzatura necessaria.
Nostre compagne di viaggio sono due ragazze francesi che alloggiano proprio al Maitai.
Lasciando la spiaggia di Matira e costeggiando la costa, Ramon ci fa notare uno dei tanti hotel in stato di abbandono a Bora Bora, un vero problema anche ecologico.
La nostra prima fermata è il Conrad Bora Bora Nui Resort, una vera oasi del lusso, per caricare 3 coppie di simpatici americani di mezza età, dopodiché possiamo iniziare la nostra giornata.
Per prima cosa costeggiamo la collana di motu fino alla passe di Bora Bora, che imbocchiamo per entrare in mare aperto.
Lo snorkeling in mezzo agli squali
Qui ci tufferemo fra decine e decine di squali pinna nera e limone, davvero emozionante.
Bellissimo vederli così da vicino e sono anche belli grossi!
Khalid, che ha la fobia degli squali, è a dir poco terrorizzato, ma fidatevi, dopo questa vacanza in Polinesia gli passerà!
Jardin de Corail
La prossima tappa è il Jardin de Corail, dove la barriera corallina è abbastanza vivace, anche se non è nulla di speciale, rispetto alle Maldive o alle Tuamotu.
Dopo lo snorkeling è ora del nostro pranzo.
Pranzo su un motu
Arriviamo su un motu a poca distanza dall’aeroporto dove è stato allestito un buffet davvero molto buono.
Qui, oltre al pranzo, avremo a disposizione un’oretta per riposare, fare un giretto del motu o il bagno con gli squaletti che abitano a riva.
Noi ne approfittiamo per tirare su il drone, anche se la vicinanza dell’aeroporto crea non pochi problemi.
Lo spettacolo della laguna dall’alto è davvero meraviglioso, da dove siamo si vede la cima del Monte Otemanu sull’isola centrale e sembra davvero di essere finiti dritti dritti in un catalogo patinato.
Latte di cocco e olio di monoi
Sul motu, poi, assistiamo alla dimostrazione pratica su come si estrae il latte di cocco.
Con uno strumento apposito, grattugiamo la polpa del cocco. Questa polpa viene poi aggiunta ad un impasto di farina e acqua per ottenere il pain coco, onnipresente in Polinesia.
Ci viene spiegato che la polpa della noce di cocco viene poi messa ad essiccare per ottenere la copra.
In questo modo la polpa del cocco, che da fresca conteneva il 33% di grasso e 15% di carboidrati, arriva a contenere il 65% di grasso.
Ecco perché la copra è da sempre usata per ricavare l’olio di cocco, come anche il latte di cocco.
L’olio di cocco poi, lasciato a macerare con all’interno i fiori di tiaré (gardenia tahitiana) darà origine al famosissimo olio di Monoi polinesiano.
Vedi anche: L’olio di Monoi: bellezza polinesiana in un fiore
Circumnavighiamo l’isola centrale nella laguna
Tornati sulla nostra bellissima barca, arriviamo in una zona di acqua bassa in mezzo alla laguna popolata da moltissime razze che si avvicinano a noi: animali davvero meravigliosi.
A questo punto iniziamo una vera e propria circumnavigazione di Bora Bora, che ci porterà ad ammirare l’isola centrale e i suoi rilievi da tutte le angolazioni possibili.
Uno ad uno costeggiamo i numerosi resort di lusso sui motu, davvero stupendi!
La vista migliore su Bora Bora, la più scenografica in assoluto, è per noi quella dal Four Seasons Resort, che non per nulla, viaggia su prezzi non per comuni mortali.
Visitare la laguna di Bora Bora: le conclusioni
Insomma, sicuramente il bilancio della giornata è positivo, la nostra guida e capitano Ramon è molto simpatico e rallegra davvero l’atmosfera suonando il suo ukulele.
Purtroppo non possiamo dire altrettanto dei metodi polinesiani per avvicinare gli animali.
Sembra che siano davvero in pochi coloro che non li adottano (ad esempio Scubatek – l’operatore che abbiamo usato per le balene – ci è sembrato molto rispettoso in questo senso, ma opera su Tahiti).
Vedi anche: Nuotare con le balene in Polinesia Francese: sì o no?
Il feeding
Stiamo parlando della pratica del “feeding”, ovvero di avvicinare gli animali (squali, razze, pesciolini in genere) tramite cibo.
Nel nostro caso lo abbiamo visto fare dal capitano solo all’arrivo nel luogo prescelto per lo snorkeling con squali e razze e stop.
Durante lo snorkeling sulla barriera aveva in mano un sacchettino con del pane per i pesci che ha dato a chi lo voleva. Noi no di certo.
Altrove viene proposto addirittura ai turisti di nutrire squali e razze.
Eppure pensavo che queste pratiche fossero vietate quasi ovunque, evidentemente non è così.
Abbiamo anche saputo che bisogna fare attenzione ai vari “Lagoonarium” perché, ad esempio a Bora Bora, sembrano essere in realtà zone di barriera chiuse, delimitate da reti con pesci e squali prigionieri all’interno.
Insomma, se volete stare attenti all’aspetto ecologico di questo tipo di escursioni vi consigliamo di chiedere in anticipo agli operatori come vengono avvicinati gli animali, e poi agire di conseguenza in base al vostro credo.
Vedi anche: Come organizzare un viaggio in Polinesia Francese fai da te
Splendida esperienza la vostra! Anch’io avrei scelto il tour condiviso con pranzo anche se non so se avrei avuto il coraggio di tuffarmi in mezzo agli squali, il mio compagno ha il terrore quindi lui non lo farebbe sicuro. Però accarezzerei volentieri le razze!
Anche mio marito ha la fobia degli squali ma l’ho praticamente spinto in acqua ahaha non poteva non entrare!
Sogno questo viaggio e questa escursione da quando ho visto le fotografie di una coppia di amici che ci sono stati un paio di anni fa. E ora ancora di più! Posti del genere li ho visti solo attraverso lo schermo di un computer, per cui immagino l’emozione che si prova dal vivo.
Non ero a conoscenza di queste pratiche per avvicinare gli animali e sicuramente è un aspetto a cui prestare attenzione.
Sì purtroppo è un aspetto da non sottovalutare anche se possiamo fare ben poco per cambiare le cose, almeno nel nostro piccolo…