Visitare i Mughal Gardens a Delhi
Aggiornato il 9 Novembre 2022 da Sara
Se non avete mai visitato Delhi fra febbraio e marzo, probabilmente non avete mai sentito parlare dei Mughal Gardens, eppure è un’esperienza da non perdere, e non solo se siete appassionati di fiori. Visitare i Mughal Gardens a Delhi crediamo sia prima di tutto un’esperienza culturale.
Perché diciamo così?
Seguiteci in questa visita.
Vedi anche: La nostra India: impressioni a caldo
CONTENUTI DELL'ARTICOLO
Cosa sono i Mughal Gardens
I Mughal Gardens, sono giardini tradizionali Mughal, simili a quelli attorno al Taj Mahal e alle numerose miniature di India e Persia.
In realtà prendono elementi anche di stile britannico, come vedremo nella sezione storica.
Oltre ad estendersi su 15 acri, sono detti anche “l’anima del Palazzo Presidenziale”.
Del resto, non potrebbe essere diverso: sono davvero meravigliosi.
Visitare i Mughal Gardens: dove si trovano e quando sono visitabili
I Mughal Gardens si trovano all’interno di Rashtrapati Bhavan Complex, la residenza del Presidente della Repubblica.
Questi giardini sono normalmente chiusi, non visitabili, e aprono al pubblico unicamente in corrispondenza del periodo fra inizio febbraio e metà marzo, per circa un mese in occasione del festival annuale Udyanotsav.
La visita è possibile solo durante il giorno, generalmente 6 giorni a settimana.
Non è escluso che possano in futuro estendere il periodo di apertura al pubblico, ma intanto rimane un appuntamento fisso per migliaia di indiani.
Visitare i Mughal Gardens: perché?
Durante i nostri 3 giorni a Delhi, non avevamo incluso questi giardini nel nostro programma di visita, ma banalmente perché non ne conoscevamo affatto l’esistenza.
Arrivati a Delhi, però, non appena venuti a conoscenza di questi giardini ci siamo detti, perché no?
Vi assicuriamo che l’esperienza vale, non solo per il fatto che è addirittura gratuita, che espone rarissime specie di fiori di cui alcuni quasi estinti, ma soprattutto perché è una vera e propria istituzione nella cultura indiana.
Gli indiani accorrono qui a frotte apposta per sciamare nel giardino, non si fanno scoraggiare dalle lunghissime file di accesso e famiglie intere vengono a scattare miriadi di foto alle installazioni e a sé stessi.
Uomini e donne di ogni età, vestiti nei loro meravigliosi sari, insieme a bambini entusiasti e sognanti.
Cosa ci ha colpiti di più di questa esperienza? In breve: eravamo assolutamente gli unici turisti all’interno dei giardini!
Circondati interamente da famiglie indiane, un’immersione totale di vita indiana da capitale, con tanto di bambini chiassosi… Ma del resto, se state cercando il silenzio non è in India che dovete venire!
Dobbiamo anche ammettere un’altra cosa: non avevamo mai visto in vita nostra dei giardini così curati, perfetti, meravigliosi e pieni di fiori di tutti i tipi.
Visitare i Mughal Gardens: tipi di fiori presenti
Ad abbellire il giardino contribuiscono ben 250 varietà di rose, ma anche tulipani, gigli asiatici, narcisi, giacinti e più di settanta varietà di fiori stagionali comprese bulbose esotiche.
La rosa rimane il fiore chiave dei giardini, alcune specie incluse sono Adora, Mrinalini, Taj Mahal, Torre Eiffel, Arte moderna, Scentimental, Oklahoma (chiamato anche rosa nera), Belami, Black Lady, Paradise, Blue Moon e Lady X.
I Giardini includono anche rose che prendono il nome da personalità nazionali e internazionali come Madre Teresa, Raja Ram Mohan Roy, Mr. Lincoln, John F. Kennedy, Jawahar, Queen Elizabeth, Christian Dior.
Insomma per gli appassionati di rose, visitare i Mughal Gardens sarà un’esperienza irripetibile!
Nel giardino crescono anche 60 dei 101 tipi conosciuti di buganvillee.
La bordatura e la fioritura delle aiuole è fatta con alyssum, margherite, viole del pensiero.
L’erba che copre il giardino è l’erba doob, originariamente portata da Kolkata quando i giardini Mughal vennero piantati.
Visitare i Mughal Gardens: un po’ di storia
Si dice che Sir Edwin Lutyens avesse finalizzato i progetti dei Giardini Mughal già nel 1917, ma fu solo durante l’anno 1928-1929 che furono effettuati gli impianti idrici per i canali d’acqua.
Come il Rashtrapati Bhavan, che ha due diversi stili di architettura, indiano e occidentale, così Sir Lutyens ha mixato le due diverse tradizioni di orticoltura per i giardini: lo stile Mughal e il giardino fiorito inglese.
Canali Mughal, terrazze e arbusti fioriti si fondono magnificamente con aiuole, prati e siepi in stile europeo per un effetto d’insieme mozzafiato.
Visitiamo i Mughal Gardens
La particolarità di questi giardini è la varietà di forme che assumono, che può essere apprezzata davvero solo dall’alto (ma, ahimè, i droni sono vietati in India), e dal primo piano del palazzo presidenziale.
Si inizia percorrendo qualche centinaio di metri fino alla fontana a getti danzanti a ritmo di musica.
Si prosegue poi entrando nel giardino rettangolare, il Pearl Garden, sagomato da canali d’acqua turchese e fontane.
Il percorso è rigorosamente one-way attraverso l’intero giardino.
Qua e là, giardinieri disegnano sull’erba, talmente perfetta da sembrare finta, segni in cui inserire boccioli di fiori colorati fino a formare tappeti di fiori.
Ovviamente non possono mancare milioni di selfie: l’India è anche questo, quindi si attende la foto di rito del fotografo di turno e poi si prosegue nel percorso, tutti rigorosamente in gruppo.
Inutile dire che potete scordarvi foto in solitaria, ma è anche questo il bello dell’India, la gente.
Si arriva quindi al Butterfly Garden, il percorso lungo, immersi fra le rose, alla fine del quale non possiamo trattenere la nostra meraviglia di fronte al Circular Garden.
Qui si circumnaviga il giardino trovando sempre meravigliosi punti di vista.
I colori entrano prepotentemente nel cervello, senza contare il profumo incredibile!
Insomma, noi siamo stati dentro almeno un paio d’ore, ma se siete appassionati di fiori non vi basterà una mezza giornata!
Informazioni utili
Per entrare ai Mughal Gardens, come del resto in tutte le attrazioni indiane, dovrete passare sotto al metal detector ed essere perquisiti manualmente da un agente del vostro stesso sesso, infatti le file di accesso sono divise fra uomini e donne.
L’ingresso è gratuito ma potete prenotare l’ingresso online.
Prima dell’accesso sono disponibili dei depositi per lasciare i vostri effetti personali.
È infatti vietato introdurre all’interno dei giardini:
- cibo e bevande (ebbene sì, neanche l’acqua)
- fotocamere
- borse
- zaini
- treppiedi
Praticamente gli unici oggetti coi quali vi permetteranno di entrare saranno il vostro portafogli e il vostro smartphone: quindi prevedete uno smartphone con una buona risoluzione per le foto!
E… per la cronaca… All’uscita dal giardino abbiamo recuperato tutti i nostri zaini e borse con ancora tutto dentro!
Vedi anche: Superare la paura dell’India: si può? Come?
Che bellezza questi giardini, così curati anche nella scelta dei fiori. Mi ha colpito particolarmente quante specie di un solo fiore possano esserci! Strano che siano così poco conosciuti dai turisti, anche se sicuramente essendo frequentati sono da locals, rende l’esperienza più autentica.
La cosa bella di questi giardini per noi è stato proprio questo aspetto “local”, a parte la meraviglia di essere circondati da milioni di fiori! <3
Che colori stupendi! Siete stati bravi a trovare un luogo così bello ed allo stesso tempo così sconosciuto ai turisti. L’unica cosa che non capisco è perchè non permettano di portare nemmeno una bottiglia d’acqua… temono che la gente possa lasciare rifiuti in giro forse?
Beh credo proprio di sì, l’intera area è considerata di altissimo valore e in quanto “giardini del palazzo presidenziale” è come entrare in un luogo mitico e quasi inaccessibile.
Come sono colorati questi giardini tradizionali, sono d’accordo che sia anche un’esperienza culturale. Tra l’altro non sapevo che per gli indiani le foto fossero così importanti.
Saresti sorpresa di essere fermata ogni due minuti da qualche indiano che vuole assolutamente una foto con te! LOL 🙂