La nostra India: impressioni a caldo
Aggiornato il 9 Novembre 2022 da Sara
Ebbene sì, siamo tornati, proprio nel bel mezzo di questa emergenza Coronavirus.
Voglio approfittare di questa quarantena forzata per fissare nella mente ancora di più le emozioni provate in questo viaggio, ecco perché oggi ho deciso di immergermi nelle mie sensazioni, nelle impressioni a caldo al ritorno da questo viaggio in India.
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Eravamo pronti per l’India?
L’India è stata una destinazione a lungo sognata e desiderata.
Ma è stata anche una destinazione a lungo temuta e soppesata.
Sembrava non essere mai il momento giusto per questo viaggio: un viaggio prima di tutto nell’anima, nelle proprie paure e insicurezze.
Per anni, potrei dire un paio di decenni, pur sognando di vedere dal vivo il magnifico Taj Mahal, ho temuto l’incontro con l’India. Ho temuto di non essere pronta per tuffarmi in questa realtà così diversa, per trovarmi faccia a faccia con la povertà e la sporcizia tanto sofferte da chi l’aveva visitata prima di me.
India: amore o odio?
Si dice che l’India la si ama o la si odia, e io volevo amarla, ecco perché ci tenevo ad essere pronta per questo viaggio.
Avevo davvero paura di non riuscire ad amarla, ecco perché ho preparato questo viaggio nei minimi dettagli, in modo che la parte più impegnativa del tour fosse alla fine dopo un primo periodo di adattamento.
Ecco perché l’India è stata la naturale prosecuzione di un itinerario inconsapevole che ci ha fatto toccare moltissimi paesi asiatici in questi ultimi anni.
Forse non si è mai veramente pronti, ma il fatto è che io ne sono attratta da sempre, forse dentro sono un po’ indiana.
E se avessi sangue indiano?
Ho sempre avuto una predilezione particolare per i tessuti colorati e vistosi, per i bijoux impegnativi, per la musica indiana, per Bollywood.
Già visitando Little India a Singapore mi ero innamorata di questo pezzo di India all’estero e pensavo, chissà com’è l’originale.
Devo anche dire che la maggior parte delle persone incontrate in viaggio mi scambiava per un’indiana e non mi dispiaceva per nulla.
Il nostro itinerario previsto in India
L’itinerario studiato per questo viaggio prevedeva i primi giorni a Delhi, la capitale indiana, spesso tralasciata, da esplorare in autonomia con i mezzi.
Per ottimizzare il successivo tour in Rajasthan e non passare tutti i giorni in auto, ho pensato di fare una modifica all’itinerario di base volando direttamente su Udaipur.
Da Udaipur, il nostro driver indiano, contattato dall’Italia, ci avrebbe accompagnati alla scoperta di questa regione meravigliosa, sempre con un paio di pernottamenti per ogni città, in modo da aver il tempo per esplorarle con calma.
Le città toccate sarebbero state quindi, dopo Udaipur, Jodhpur, Jaisalmer, Bikaner, Jaipur e infine Agra, dove avremmo salutato il driver per prendere un treno notturno verso Varanasi, ultima tappa prima del ritorno in Italia.
Totale 18 giorni di viaggio.
L’itinerario finale
Partiti il 27/02 col cuore in gola perché iniziavano le prime restrizioni ai viaggi, siamo stati fra gli ultimi italiani a entrare in territorio indiano prima che l’India chiudesse i suoi confini.
La prima settimana di tour tutto è andato per il meglio, ma dalla seconda, dopo la scoperta di casi positivi di coronavirus in turisti italiani in loco e la cancellazione del nostro volo di ritorno, sono iniziati per noi i problemi.
Fra le cancellazioni degli hotel da me scelti con cura e il rifiuto di molti altri di accoglierci a causa della situazione in corso, siamo comunque riusciti a chiudere il giro fino ad Agra, che poi era l’obiettivo principale del viaggio.
Da Agra abbiamo deciso di cancellare il programma successivo e rientrare in anticipo, acquistando un nuovo volo di ritorno.
Varanasi è rimasta quindi fuori dall’itinerario finale, per mio grande dispiacere, ma sarà l’occasione per tornare in un momento migliore.
E il budget?
Abbiamo destinato a questo viaggio un budget medio, ma sufficiente per assicurarci un certo comfort.
Risparmiare ad ogni costo qui non ci sembrava responsabile.
Soprattutto per l’igiene: non solo non avevamo voglia di sperimentare problemi di stomaco, ma pensavamo anche di aver bisogno di un minimo di comfort per riposare la notte in un luogo sereno e ricaricare le energie.
Non ce la siamo sentita di rischiare con lo street food, siamo sempre stati attenti a scegliere ristoranti di buon livello, pur rimanendo intorno agli 8/10€ a testa a pasto.
Ma quindi l’India ci è piaciuta o no?
In India, nonostante la situazione difficile, abbiamo potuto apprezzare appieno le bellezze del paese, ma anche l’emozionante accoglienza indiana. Sia da parte della popolazione, sia in alcuni stupendi Heritage Hotel in cui siamo riusciti a soggiornare.
A volte ho avuto l’impressione di essere in uno di quei film sull’India nel periodo coloniale: tanta è l’umiltà e la gentilezza di questo popolo.
Lo dico, abbiamo amato l’India, le sue contraddizioni, le sue bellezze, anche se ne abbiamo potuto assaporare solo una piccola parte e perlopiù dietro ai comodi finestrini della nostra auto.
Ecco perché consideriamo questo viaggio solo un assaggino, a cui seguirà sicuramente un altro pezzo di India, sicuramente più impegnativo, più sconvolgente, ma forse avvicinarsi all’India a piccoli passi ha i suoi vantaggi.
Le città toccate col nostro tour
Delhi ci ha accolti col suo caos quasi ordinato, le strade congestionate, la guida indiana così “creativa”. Ben 5 auto, anche 6, in sole 3 corsie, il gioco di incastri di chi arriva da tutti i lati e il clacson suonato in continuazione, anche solo per dire agli altri “sono qui!”
Ci ha poi salutati col suo monsone fuori stagione e il provvidenziale Uber.
A Udaipur, la città bianca, ci siamo divertiti a esplorare i mestieri, interagendo coi lavoratori, per le viuzze della città vecchia. Ma ci siamo anche incantati davanti al tramonto sul lago Pichola.
A Jodhpur ci siamo fatti incantare dalla maestosità del Mehrangarh Fort. Ma siamo anche stati schiaffeggiati dalla spazzatura per le strade della città blu di Jodhpur.
Parlando di Jaisalmer, abbiamo passato ore col naso all’insù per ammirare le magnifiche Haveli scolpite nella stupenda città dorata. Il tramonto su Gadisar Lake, poi, magico come l’India tutta.
Saltata Bikaner che ci ha cancellato ogni prenotazione, il nostro driver ci ha portati in una tirata unica direttamente a Jaipur, la capitale del Rajasthan.
La Pink City, ipnotica col suo City Palace e l’Hawa Mahal, visitata anche nella sua veste più festosa, durante la festa dei colori Holi. Ma visitata anche nei suoi luoghi meno noti e più affascinanti, come il Galta Ji Temple, il cosiddetto tempio delle scimmie: meraviglioso.
Amore e odio per Agra, che ci ha fatto impazzire per trovare un alloggio ma che poi ci ha regalato l’emozione più intensa dell’intero viaggio, davanti a una delle 7 meraviglie del mondo moderno: l’indescrivibile Taj Mahal.
Questa è India
Colori a profusione, ricami in oro e argento a rilievo, profumi sublimi e odori nauseanti, spezie e sapori della squisita cucina indiana, street food ad ogni angolo di strada e cucinato per terra, venditori di letame modellato tipo argilla per alimentare il fuoco, la conoscenza con una famiglia di un villaggio Bishnoi, la musica, i ritmi e le percussioni di Holi, la vita in strada insieme alle vacche, i sorrisi delle donne… tutti pezzettini del nostro stupendo puzzle chiamato India.
Siamo un pochino più vicini all’India ora, e sappiamo che per noi, questo è stato solo un arrivederci.
Appuntamento a un momento migliore per proseguire nella nostra scoperta di questo meraviglioso subcontinente, ma se intanto vi abbiamo incuriosito sulle nostre tappe, continuate a seguirci.
Il mio è un commento…senza mai aver visto l’India se non x televisione ma devo dire che le descrizioni sono accurate e precise inoltre messi ben in evidenza i luoghi , le bellezze dei vari posti visitati..
Il vostro entusiasmo traspare da ogni frase e parola… complimenti 🤗👍👍
Grazie Luciano! In effetti l’India ci ha “presi” e non potrebbe essere altrimenti.
Complimenti per l’articolo – emozionale – e per le belle fotografie. Avete fatto bene a non risparmiare troppo: non avrebbe avuto senso. Mi dispiace che vi sia capitato questo viaggio proprio in un periodo del genere, ma tant’è: come hai detto, si è trattato di un assaggino.
Non siamo neanche riusciti a risparmiare in effetti, perché le ultime notti ci siamo resi conto che tutti i piccoli hotel e guesthouse ci rifiutavano a causa delle indicazioni del governo, mentre invece le grandi catene 5 stelle potevano chiamare il medico in loco per farci visitare prima di darci la camera e quindi il budget si è dovuto alzare di conseguenza. Torneremo certamente in un momento migliore.
Sogno un viaggio in queste terre da quando ero bambina. Leggevo tante storie ambientate in India, e ancora ne leggo alla mia bimba. Ma ho paura di non riuscirmi a integrare perfettamente con il loro modo di vivere, umile e si, come hai detto anche tu, non molto pulito. Le tue foto e le tue parole me ne hanno fatto innamorare ancora di più però…. dovrò combattere i miei demoni interiori e andare
Purtroppo con l’India è così, ad un certo punto bisogna abbassare la guardia e zittire i demoni interiori e prenotare il biglietto. Una volta lì, di solito ci si rende conto che la paura era più spaventosa della realtà e che alla fine anche cose che pensavamo di non sopportare sono invece assolutamente sopportabili.
Soprattutto se sei, come me, cresciuta a storie ambientate in India, tornerai bambina e tutto ti sembrerà una favola.
Per quanto riguarda la pulizia, basta scegliere bene alloggi e ristoranti, il resto viene da sé. Parti senza paura appena sarà possibile.
Anch’io sono attratta dall’India ma al contempo ho il timore di non riuscire ad apprezzarla soprattutto per l’aspetto topi di cui ho una vera e propria fobia e che quanto ho sentito dire, sono presenti in molte zone di questa nazione. Chissà se un giorno, messi da parte i timori partirò alla scoperta di questo angolo di mondo.
A dire il vero noi non abbiamo visto topi da nessuna parte fatto salvo il Karni Mata Temple, il cosiddetto tempio dei topi, che è proprio dedicato a loro. Non so se durante la stagione monsonica magari spuntino fuori, ma noi a marzo in Rajasthan, Delhi e Agra non ne abbiamo proprio visti.
Viaggio complesso, per il quale forse non si è mai pronti e forse proprio per questo bisogna fare. Nonostante le disavventure, siete riusciti comunque a vedere molte cose interessanti. Spero riuscirete a tornarci presto per vedere quello che vi siete persi a causa del rientro anticipato!
Sì lo spero anche io, abbiamo una questione in sospeso con Varanasi. Sono anche molto d’accordo con ciò che dici: magari non ci si sente mai pronti ma poi una volta che si va ci si rende conto che poi era tutta paura, in molti casi anche magari ingiustificata.
Mi ha davvero emozionato questo racconto, ho immaginato di essere li. Un paese che mi ha sempre affascinato ma che, come dici anche tu, ha bisogno di una preparazione. Sicuramente il periodo non ha aiutato ma sono certa che vi rifarete presto e concluderete il viaggio aggiungendo anche la parte mancante!
Sicuramente ha bisogno di una preparazione mentale, ma magari neanche troppa. Sicuramente per apprezzare l’India è necessario aver già esperienza di paesi asiatici: l’India è un po’ troppo di tutto, ma ad esempio Filippine, Cambogia come base possono essere utili per non sentirsi troppo spaesati.
Mi dispiace che avete dovuto interrompere il viaggio … avevo visto le tue foto in istagram …. bellissime foto e affascinante racconto
Ciao Hartine, eh sì, purtroppo è stato doveroso, rischiavamo di non riuscire a tornare. Ma è stato meglio così, abbiamo un conto in sospeso ora con l’India e quindi dovremo assolutamente tornare. Grazie per i complimenti 🙂 sono contenta che ti sia piaciuto il nostro tour.
L’India è un paese che mi attira moltissimo e vorrei senz’altro vedere ma che poi rimando sempre un po’ perchè ci sono altri stati primi nella lista dei desideri e un po’ forse proprio perchè la temo…tutti dicono che bisogna essere pronti per questo paese e spero presto di esserlo anch’io!
A volte il concetto di “essere pronti” dipende solo da noi. Quando sei lì è facile che ti dimentichi di tutte le paure che ti terrorizzavano prima di partire e ti dici “ma perché non sono venuta prima??” O almeno per noi è stato così.
L’India è uno di quei posti che solletica la mia anima e, allo stesso tempo, mi terrorizza alla grande per l’impatto che potrebbe avere sulla mia anima.
Magari potrebbe rivelarsi una tappa importante per la tua crescita personale.
Hai riassunto quelle che sono le mie titubanze e perplessità sull’India. Credo che sia un paese a cui bisogna “essere pronti” e nonostante la preparazione non si è mai pronti. Ho provato questo tipo di sentimenti in Nepal e li non ero pronta per niente a quello che mi aspettava: un impatto forte, una povertà diffusa e delle condizioni di vita difficili. Ma viaggiare è anche questo, uscire dalla propria confort zone.
Sicuramente l’India ti butta letteralmente fuori dalla comfort zone, ma a volte il bello è proprio questo, mettersi alla prova, testare la propria scorza di viaggiatori.
Bisogna sempre lasciare qualcosa indietro per un prossimo futuro viaggio, sicuramente per voi Varanasi sarà così. L’India è sempre lì che mi incuriosisce ma so che sarà un viaggio che farò da sola fra molti anni
Sì, Varanasi sarà il punto di partenza per il prossimo viaggio, ma nel frattempo mi cullo nei ricordi del Rajasthan, che abbiamo solo sfiorato in superficie.
La signora con il velo rosso: sono stata a casa sua. Ho anche una cavigliera che mi ha regalato. È stato magico rivederla qui.
Io ho acquistato da lei un paio di orecchini dorati a forma di pavone. Che strano pensare che abbiamo interagito con la stessa persona, incredibile fra i milioni di abitanti dell’India!
L’India mi affascina e mi spaventa allo stesso tempo, vorrei visitarla ma mi trattengo. Apprezzo molto però la tua riflessione senza fronzoli, onesta e sincera, oserei dire che è tra le migliori impressioni sull’India che ho letto, che vanno oltre il semplice wow, vanno in profondità, ho letto proprio con piacere il tuo post!
L’India ti prende dentro e pur nelle sue contraddizioni merita di essere visitata. Questa ambivalenza fra il desiderio di visitarla e la paura verrà affrontata in un prossimo articolo.
Tutta la prima parte del post potrei averla scritta io. Ho fatto tanto oriente, ci ho vissuto 6 anni, l’India mi chiama da sempre, ma non ci sono mai ancora andata. Come dici tu bisogna essere pronti. Quando forse lo sarei stata sono diventata mamma e, nonostante i mie figli abbiano viaggiato tantissimo in Thailandia, Myanmar, Cambogia, lì non me la sono ancora sentita di portarli. Ma l’attrazione perdura e so che un giorno ci andrò.
Le foto sono bellissime!
Sì l’India è considerata un paese problematico, è in effetti lo è, ma magari è possibile avvicinarvisi senza sconvolgimenti eccessivi. Ne scriverò in proposito.