La fotocamera Fujifilm X-H1: una mirrorless che vorrebbe fare la reflex
Aggiornato il 28 Maggio 2022 da Sara
Oggi vi presento l’ultima arrivata nell’attrezzatura fotografica di Viaggi da Fotografare: la fotocamera Fujifilm X-H1.
Ma come sono arrivata a questo acquisto? Come mi trovo? Vale la pena scegliere questa piuttosto che le altre mirrorless non stabilizzate?
E poi, perché proprio Fujifilm?
Vedi anche: Storia della mia attrezzatura fotografica: 25 anni di scatti
CONTENUTI DELL'ARTICOLO
Da Canon a Fujifilm
Il mio primo approccio a Fujifilm è stato con la X-T2, ottima macchina per molti aspetti, in primis la leggerezza e la facilità di trasporto.
Venivo da una reflex APSC Canon e volevo più qualità d’immagine ma meno peso, così invece di puntare a una Canon Full Frame ho cercato un modo per alleggerire il peso in viaggio.
Nello spareggio fra Sony e Fujifilm, Fujifilm ha vinto per la qualità delle ottiche e per la bellezza del corpo macchina così vintage.
Non posso non ammettere che con la Fujifilm X-T2 ho fatto un enorme salto di qualità per quanto riguarda la qualità di foto e video.
Ancora ricordo la prima volta che abbiamo visionato i suoi video a pc: che dettaglio, che nitidezza!
Che cura poi nella costruzione del corpo macchina, che sensazione di robustezza.
Prendendola in mano per la prima volta mi aveva davvero folgorata: la qualità dei materiali e delle rifiniture, degne solo di una vera giapponese.
Del resto, non per nulla era la sua top di gamma ai tempi.
Perché allora passare alla X-H1?
I limiti della X-T2
Alla fine del primo anno di utilizzo della X-T2 ho fatto un bilancio della mia attrezzatura e, nonostante i punti di forza del sistema, ho cominciato a sentire i limiti principali di questo corpo macchina.
Il primo è sicuramente la ridotta ergonomia.
Con la mia Canon 60D ero abituata a impugnare la macchina senza sforzo, senza neanche cinghie o altro, in modo che fosse sempre in mano pronta allo scatto. Anche lunghe sessioni di foto non mi stancavano la mano.
Con la X-T2 invece, questo non è possibile. L’impugnatura è molto ridotta e le dita non hanno abbastanza spazio per fare presa. Il pulsante di scatto, poi, è decisamente troppo verticale.
L’idea di acquistare un Battery Grip viene immediatamente scartata: lo scopo non è aggiungere peso e altezza.
Quando abbiamo poi confrontato i video fatti senza treppiede, nonostante l’altissima qualità di immagine e l’altissima risoluzione, la mancanza di uno stabilizzatore si è fatta sentire prepotentemente.
Fra l’altro non abbiamo sempre la possibilità di usare il treppiede.
Peccato poi per la livella elettronica a mirino solo orizzontale e per la ghiera di compensazione dell’esposizione facile da spostare anche involontariamente. Ormai la tenevo di default in posizione C per poter regolare il parametro solo tramite ghiera, ma ad ogni minimo movimento si spostava, che fastidio.
Che disagio poi, la notte, cercare di fotografare la via lattea nel buio più assoluto. Per regolare i parametri di scatto dovevo per forza essere dotata di torcia.
Immaginate la mia sorpresa nel constatare che, pochi mesi dopo, la nuovissima Fujifilm X-H1 risolveva queste ed altre perplessità!
Le migliorie sulla Fujifilm X-H1
Fra le caratteristiche migliorative della X-H1 abbiamo un mirino digitale molto più grande e qualitativo, una disposizione più ergonomica dei pulsanti e più grip nelle doppie ghiere.
I pulsanti sono ora più grandi: sulla X-T2 facevo fatica a premerli usando i guanti, ora invece non è più così.
Che dire poi del display retroilluminato superiore al posto della ghiera di compensazione di esposizione, che comunque non usavo: stupendo per regolare i parametri anche al buio.
Aggiungiamo una efficace stabilizzazione ottica sia per foto che per video e un corpo macchina ergonomico, con un pulsante di scatto più delicato e sensibile, il tutto in un involucro tropicalizzato.
Insomma, mirrorless sì, ma la X-H1 è una mirrorless che vorrebbe fare la reflex.
Vediamola nel dettaglio.
La fotocamera Fujifilm X-H1: corpo macchina ed ergonomia
La X-H1 aggiunge 166 grammi rispetto alla X-T2, quindi nel mio caso torno al peso iniziale della Canon 60D.
La cosa comunque non mi dispiace, non ho mai avuto problemi a scarrozzarla in giro per il mondo, l’importante è usare gli accessori corretti per trasportarla.
Certamente non intendo la cinghia originale, sono anni che io non le uso: troppo scomode e per nulla ergonomiche. Parleremo prossimamente di accessori.
La X-H1 è in lega di magnesio più spessa del 25%, e si sente. Ha un corpo robusto che rimane ben saldo in mano e anche bilanciato con zoom spinti e pesanti e questo è un bene.
L’aumento di dimensione è dovuto anche al nuovo sistema di stabilizzazione, l’unico attualmente sui corpi del mondo Fuji.
La tropicalizzazione è reale, la macchina, naturalmente con un obiettivo ugualmente tropicalizzato (con la sigla WR), resiste a pioggia forte, polvere e temperature fino a -10°C.
Il foro per il treppiede si trova in ottima posizione, leggermente decentrata, in modo da poter aprire il vano batterie nonostante le placche montate. Questa è una cosa da non sottovalutare vista la bassa durata delle batterie delle mirrorless.
Sul lato destro abbiamo un doppio alloggiamento per le SD card, utilizzabili in contemporanea se volete fare una copia di back-up oppure una dopo l’altra, oppure una per foto e una per video.
Comodissimo è il joystick, posizionato in modo da poterlo usare anche con l’occhio sul mirino.
Il pulsante di scatto è stato modificato, ha una corsa molto delicata.
La fotocamera Fujifilm X-H1: le ghiere così vintage
Diversamente dalla X-T2, qui le doppie ghiere sono più facili da azionare.
Soprattutto quella sotto, da un lato per scegliere la modalità di scatto e dall’altro per scegliere la misurazione dell’esposizione, ha un grip maggiore.
Le ghiere superiori hanno i pulsanti di blocco per evitare cambi accidentali nei parametri (iso e tempi di scatto) e sono comodissime da configurare.
Ovviamente tutti i parametri possono essere regolati su A, se non avete voglia di definirli voi e la macchina farà tutto da sola.
La fotocamera Fujifilm X-H1: il doppio display
Questa per me è la vera chicca.
Il display superiore era proprio quello che mi mancava rispetto alla mia vecchia Canon.
A macchina spenta mostra il valore di compensazione dell’esposizione, in quale SD sto salvando le foto, il livello di batteria e quante foto posso ancora scattare rispetto alla capacità della SD.
Avere tutte queste informazioni senza neanche accenderla è un risparmio di tempo e batteria.
Da acceso mostra i parametri di scatto (tempo, diaframma, iso, bilanciamento del bianco, simulazione pellicola) e ha il pulsantino dove attivare l’illuminazione.
Il display posteriore è un LCD touch screen da 3’’ a 1040k.
Può orientarsi di 90° verso il basso, di 45° verso l’alto e di quasi 90° verso destra per le foto verticali. Questo è fondamentale in particolare se avete l’abitudine di scattare da angolazioni particolari.
Potete anche scegliere cosa abilitare al tocco del touch screen, se la messa a fuoco, lo scatto oppure disabilitarlo.
Scattare dal touch screen è comodo in caso di “scatti rubati” magari per strada. Del resto lo scatto della X-H1 è così silenzioso che neanche si sente!
Io però preferisco lasciarlo disabilitato quando scatto col mirino per la paura di sfiorarlo involontariamente.
La fotocamera Fujifilm X-H1: il mirino elettronico
Il mirino (EVF – Electronic Viewfinder) della X-H1 fa un notevole salto di qualità rispetto alla X-T2.
Più grande, più luminoso, con la risoluzione più alta, con maggiori parametri visibili e modificabili tramite il menù interno. Siamo a ben 3,06 milioni di punti.
L’aggiornamento delle immagini, grazie anche agli ultimi firmware, è praticamente immediato, nessun lag.
Agendo sul pulsantino laterale destro del mirino è possibile scegliere fra le opzioni:
- solo mirino sempre acceso,
- solo lcd sempre acceso,
- tutto spento con attivazione del solo mirino rispetto al sensore occhi (quindi solo quando il mirino viene avvicinato all’occhio)
- sensore occhi+display immagine lcd: il mirino si attiva all’avvicinarsi dell’occhio, quando poi si allontana, il display mostra l’ultima foto scattata.
- sensore occhi+lcd, ovvero col passaggio quasi istantaneo fra lcd e mirino in base all’attivazione del sensore occhi.
A me piace lasciare impostata quest’ultima opzione, in modo da poter visualizzare la scena in entrambi i modi alternativamente.
Se devo risparmiare batteria, invece, scelgo il solo mirino col sensore, oppure sensore occhi + ultima immagine.
Io di norma preferisco quasi sempre usare il mirino.
La fotocamera Fujifilm X-H1: le impostazioni visualizzate sul mirino
Le impostazioni visualizzate sul mio mirino sono praticamente tutte quelle che è possibile selezionare nel menù di personalizzazione apposito. Impossibile farne a meno.
Eccone alcune:
- Assolutamente la livella elettronica, una grande conquista mirrorless, che passa da orizzontale a verticale in base all’orientamento della macchina (finalmente mai più foto con l’orizzonte storto!)
- Guida inquadratura, ovvero la divisione del mirino tramite linee. Secondo la regola dei terzi oppure altre misure. Io preferisco sempre quelle da 9 riquadri.
- Indicatore distanza AF e MF, utile per quando occorre fare la messa a fuoco manuale.
- Istogramma per capire se la scena è sotto o sovraesposta e così via
La fotocamera Fujifilm X-H1: il menu interno
Il menu interno della X-H1 è veramente vasto, ma ben organizzato in sottoschede.
C’è anche la possibilità di salvare le impostazioni più usate in una scheda appositamente personalizzabile che appare per prima quando si preme il pulsante del menu.
Nel mio menu, ad esempio, ho inserito l’intervallometro, visto che in mancanza di uno scatto remoto lo uso molto per gli scatti a noi due su treppiede.
Ho anche inserito la funzione per cambiare il tipo di otturatore (meccanico o elettronico), l’autoscatto, le impostazioni drive per il bracketing e le impostazioni per il flash.
La fotocamera Fujifilm X-H1: i pulsanti funzione e quelli personalizzabili
Fra le cose più comode di Fujifilm c’è sicuramente la possibilità di assegnare le proprie funzioni preferite ad alcuni pulsanti e comandi ad accesso rapido.
Le funzioni modificabili sono ben 13, di cui 4 col solo movimento sul display.
I 4 pulsantini ai lati del menu centrale sono dedicati, ad esempio, alla scelta della simulazione pellicola (anche se lascio quasi sempre su Velvia), al bilanciamento del bianco, alla modalità autofocus e a quella per azionare il booster, ovvero una configurazione più energivora ma più reattiva.
I pulsanti AE-L e AF-ON li ho lasciati così per comodità ma possono anche essere cambiati.
La fotocamera Fujifilm X-H1: modalità di messa a fuoco e microregolazioni
Una delle cose che ritengo scomode è invece la posizione della pulsante di modalità di messa a fuoco.
Si trova frontalmente a lato dell’obiettivo e quindi da dietro non è possibile vedere intuitivamente la modalità inserita.
Le modalità sono 3: messa a fuoco manuale, automatica singola o continua.
Su Fuji è possibile innestare obiettivi di altri marchi compatibili. Purtroppo questi non comunicano elettricamente col corpo quindi l’unica possibilità di messa fuoco è quella manuale.
Ad esempio ho acquistato un Samyang da 12 mm per guadagnare in ultragrandangolo e l’unico modo per scattare delle foto è usando la modalità manuale.
Questo non è un problema con Fuji, grazie al Focus Peaking.
Si tratta di un’impostazione assistiva per mettere a fuoco: evidenzia i contorni delle aree a fuoco con un colore da voi scelto, io uso il rosso.
I soggetti colorati appariranno ruotando la ghiera di messa a fuoco, facilissimo.
La fotocamera Fujifilm X-H1: il sensore e la posproduzione
Il sensore X-trans, appannaggio esclusivo di Fuji, ha provocato non poche discussioni a causa dell’elaborazione problematica con lightroom.
Si tratta dello stesso sensore da 24 MP presente su tutte le Fujifilm al momento, X-T20 compresa.
Ecco il perchè del rilascio da parte di Fuji del software Capture One.
Chi elaborava file RAF Fuji consigliava anche l’uso del software a pagamento Iridient X-Transformer per creare i file adatti all’elaborazione in Lightroom. A dire la verità non mi faceva impazzire.
Per fortuna sembra che questi problemi siano stati quasi del tutto risolti. Lightroom può quindi essere usato senza problemi per l’elaborazione dei file RAF, i RAW di Fuji.
Anche senza elaborare i RAF, però, i JPEG creati dalla fotocamera hanno una qualità ottima e una eccellente resa dei colori.
La fotocamera Fujifilm X-H1: il suo obiettivo perfetto
La mia Fuji X-H1 è equipaggiata col bellissimo obiettivo FUJINON 16-55 f/2.8 WR con ghiera dei diaframmi in chiaro sul barilotto.
L’accoppiata non è molto leggera, ma come qualità siamo sicuramente sopra la media delle APSC.
Prossimamente vi farò una panoramica della mia attrezzatura.
In conclusione: i si
A parte tutti gli aspetti positivi già menzionati, va detto che Fujifilm non dimentica i suoi prodotti dopo il lancio.
Regolarmente mette a disposizione dei miglioramenti software scaricabili tramite il sito ufficiale per implementare nuove funzioni anche sui corpi precedenti.
Una delle novità più apprezzate negli ultimi aggiornamenti software della X-H1 è sicuramente l’introduzione del Focus Stacking. Io personalmente lo aspettavo.
Il Focus Stacking segue il principio del Bracketing, solo che invece di agire sull’esposizione agisce sulla messa a fuoco. È possibile scattare, ovviamente con un treppiede, decine di immagini variando di pochissimo la messa a fuoco, dal primo piano allo sfondo in modo da creare immagini totalmente a fuoco mai viste prima.
Le immagini rimangono accettabili in rumorosità fino a 6400 ISO, cosa che con Canon non potevo assolutamente fare.
Per i video è davvero ottima, sia per la messa a fuoco continua e veloce che per l’aumento del bitrate massimo, ora a 200Mbps in 4K.
In conclusione: i no
Sicuramente un corpo stabilizzato è molto più energivoro. In base ai vostri parametri potreste arrivare a fine giornata solo con 1 batteria di scorta, se non 2.
Io ho acquistato altre due batterie originali Fujifilm, perché con le Patona mi dava messaggi di errore. Le Patona le uso sulla X-T2.
In giornate di viaggio intense arrivo a sera con tutte e 3 le batterie quasi scariche, ma spesso sfrutto la powerbank da 20.000 MAh che ho sempre in borsa (a causa del mio smartphone che dura massimo 5 ore), per dare una rinfrescata alle batterie.
Altra perplessità è il motivo per cui Fujifilm non abbia inserito un display completamente articolato.
L’app di Fujifilm andrebbe ancora migliorata: a volte non si connette al cellulare e alcuni parametri non possono essere settati.
In breve
Pur avendo ancora molto in comune con le sorelline minori della serie X, ci sono migliorie che rendono questa fotocamera un’ottima scelta per alcune categorie di fotografi e fotoamatori.
E allora perché ho tenuto la X-T2?
Avendo anche un obiettivo tele a corredo, spesso perdevo degli scatti a causa del tempo che ci voleva per cambiare obiettivo su un’unica macchina.
Così mi sono detta, perché non tenerne due ognuna con un obiettivo montato? L’idea si è rivelata ottima, soprattutto in specifiche destinazioni dove il tele viene usato molto. In questo modo è sempre pronto allo scatto!
Ho trovato anche un buon sistema per indossarle insieme entrambe, anche se più spesso ce le dividiamo con mio marito scambiandocele all’occorrenza, in modo da girare anche video.
Spesso invertiamo anche gli obiettivi, soprattutto se il teleobiettivo ha più bisogno di essere stabilizzato.
Infatti vi anticipo che sto aspettando la prossima stabilizzata Fujifilm, avere entrambe stabilizzate sarebbe il massimo!
Soprattutto per fare foto e video nello stesso tempo.
Fujifilm ti aspetto! 🙂
E voi cosa usate per scattare le vostre foto?
Diteci tutto nei commenti.
Caspita super completa. Anche io sono da poco entrata nel mondo delle mirrorless con una Olympus Em10 MarkIII ma ho anche una GoPro Hero 7 Black e una vecchia Nikon D5000 che però non prendo coraggio a vendere…ora mi leggo anche la tua attrezzatura, ma se hai consigli su una buona reflex senza spendere quanto un motorino fammi sapere!
Purtroppo sulle reflex non ti so proprio aiutare Alessandra, sono passata a mirrorless proprio perché le reflex non venivano più incontro alle mie esigenze 🙂
Interessante questa Fuji, io sono sempre stata Nikon dipendente e adesso che ho un certo numero di ottiche per la mia reflex ho un po’ il timore a cambiare tutto ma il futuro credo sarà su mirrorless quindi chissà, o Nikon farà delle mirrorless che ci facciano tenere i nostri obliettivi o mi sa che saremo “costretti” a cambiare marca anche noi.
Qualunque cosa decidiate, il consiglio che posso darti è quello di prendere in mano dal vivo un’eventuale mirrorless, perché il feeling alla presa non è positivo per tutti, soprattutto quando si viene dal mondo reflex.
Ciao ho letto con interesse l’articolo che, a mio parere è ben fatto e anche abbastanza dettagliato.
Visto che sto considerando l’acquisto di una Fuji serie X, la mia attenzione era rivolta al xt3, ma la stabilizzazione ed il display superiore del h1 mi attira.
Per questo volevo chiedere una tua impressione in merito a: h1 vs t3
Ciao Michele, se vuoi la stabilizzazione valuta che la nuova T4 ne è stata dotata. Proprio per le mie perplessità sulla T2 (che trovi nell’articolo Storia della mia attrezzatura fotografica: 25 anni di scatti) non ho scelto un upgrade con la T3 e ho guardato piuttosto una H1. Ora vorrei sostituire il mio secondo corpo (la T2) con qualcosa di meglio e sto aspettando la H2 🙂
Le esprimo il più ampio apprezzamento per una recensione completa e ben articolata, che mette in luce non solo la funzionalità della macchina ma anche il piacere che si ricava dall’uso;nella consapevolezza che ogni scatto è non solo il terminale di un processo tecnico ma anche – e principalmente – l’epilogo di una fascinazione estetica.
Ciò detto in premessa, vorrei chiederle se – come ho avuto modo di leggere altrove – nel mirino compare anche lo stigmometro > per facilitare ( con lo spezzamento orizzontale o verticale dell’immagine) la messa a fuoco del soggetto , quando si opera in manuale con ottiche Leica R o M montate sui rispettivi adattatori.
Ancora complimenti e grazie.
Francesco
Buongiorno Francesco, mi fa piacere che abbia apprezzato la mia recensione 🙂
Per quanto riguarda l’assistenza nella messa a fuoco manuale, sì, un’opzione è quella della divisione verticale dell’immagine al centro del mirino, in modo da allinearla al resto del fotogramma, anche se dubito abbia la stessa efficacia di un vero e proprio stigmometro tradizionale, dovrebbe testarla per capire.
La seconda opzione, il Focus Peaking, è quella che uso maggiormente: in questo caso l’area di messa a fuoco viene identificata da un colore a scelta.
Spero di esserle stata utile, alla prossima