Storia di una perla nera polinesiana: bellezza pura
Fra i simboli più importanti della Polinesia Francese, possiamo dire che le perle nere di Tahiti siano anche fra quelli più preziosi e affascinanti. Ecco perché abbiamo deciso di fare un viaggio con voi nella storia di una perla nera polinesiana.
La loro bellezza unica e rara viene apprezzata ancora di più, sapendo quanto sia difficile coltivarne una.
Siamo certi che ve ne innamorerete e che al prossimo viaggio in Polinesia tornerete sicuramente con qualche perla originale.
In effetti, le isole maggiori polinesiane, come Tahiti, Moorea e Bora Bora possono vantare decine e decine di negozi specializzati nella vendita delle perle.
Ecco perché vorrei raccontarvi qualcosa di più sulla storia di una perla nera polinesiana.
CONTENUTI DELL'ARTICOLO
Come mi sono innamorata delle perle nere di Tahiti
Noi in realtà non avevamo fatto inizialmente molta attenzione a perle e negozi di perle, nonostante fossero praticamente ovunque.
Dovete sapere che io non sono mai stata una grande fan delle perle: le perle bianche, avorio, o anche grigie, mi davano un po’ il senso del vecchio, dell’antico.
Forse perché le associavo a mia mamma e mia nonna che non uscivano mai senza un filo di perle al collo.
Avevo sentito parlare delle perle nere, ma non mi ero mai interessata alla cosa e ritenevo anche, erroneamente, che non mi sarebbero piaciute neanche queste, in quanto perle.
Durante il nostro soggiorno a Fakarava, però, ho avuto modo di partecipare ad una dimostrazione sulla coltivazione delle perle nere, con tanto di lotteria.
Quello che ho scoperto ha acceso davvero la mia curiosità, tanto che sull’ultima isola, Moorea, mi sono poi scatenata alla ricerca della mia perla perfetta.
Storia di una perla nera: da dove viene e dove si trova
Nonostante venga definita “perla di coltura di Tahiti”, Tahiti è solo il centro del commercio delle perle.
La coltivazione vera e propria avviene in particolare nelle lagune incontaminate delle Isole Tuamotu e Gambier, dove hanno sede diverse “fattorie delle perle”.
Queste fattorie sono solitamente autosufficienti: provviste di energia solare, orti e allevamenti di animali per la sussistenza dei lavoratori.
Nelle isole della Società, più frequentate dai turisti, troviamo il maggior numero di boutique di perle, soprattutto a Tahiti, ma in realtà tutte arrivano dagli altri arcipelaghi.
Storia di una perla nera: quanto costa e come sceglierla bene
Quello che è sicuro, è che le perle nere di Tahiti sono le perle più costose al mondo.
Il valore di una perla dipende da moltissimi fattori che vedremo poi, ma può arrivare a costare migliaia di euro in base alla sua perfezione.
Le perle di primo prezzo sono subito riconoscibili, in un prossimo articolo vi spiegheremo cosa dovete analizzare per fare un buon acquisto.
Vedi anche: Il Tax Free, o Détaxe, per acquisti costosi in Polinesia Francese
Vedi anche: Come scegliere una perla nera polinesiana – prossimamente online
Storia di una perla nera: una delle mille leggende
Tante leggende narrano la nascita delle perle nere, una di queste racconta come Oro, il dio della pace e della fertilità, grazie all’arcobaleno che collega cielo e terra, sia sceso sulla terra per conferire all’ostrica perlifera tutte le tonalità dell’arcobaleno.
Da questo dono nacque una perla magnifica, da regalare alla sua moglie tahitiana mortale, la principessa di Bora Bora.
Da qui deriva il soprannome di “perla delle regine”.
Storia di una perla nera: dove scoprirla meglio
Se volete conoscere a fondo il metodo di coltivazione delle perle, ma anche se vi basta qualche nozione generica, avete molte possibilità di ottenerla gratuitamente.
1. Robert Wan Pearl Museum
Se siete sulle Isole della Società e non intendete visitare le isole Tuamotu, potreste trovare interessante questo museo gratuito gestito dalla Robert Wan Pearl.
Robert Wan è un imprenditore cinese che per primo è riuscito a sfruttare le potenzialità del mercato delle perle creandone un vero e proprio impero.
Partito dal nulla, Robert Wan, è riuscito a dominare il mercato delle perle più perfette e costose, grazie a scelte oculate, capacità strategiche su tempi e prezzi del mercato e anche una buona dose di fortuna.
I suoi investimenti nei migliori innestatori del mercato giapponese delle perle l’hanno premiato con le perle più grosse e dai colori più intensi.
Il museo gratuito di Robert Wan si trova a Papeete sull’isola di Tahiti.
Il museo espone anche la sua collezione privata, oltre a un video esplicativo e diverse sezioni dedicate ai procedimenti di estrazione e coltivazione, ma anche la storia delle perle, dai primi apneisti polinesiani che la usavano come merce preziosa di scambio, fino ai giorni nostri.
La perla polinesiana è infatti nota da sempre al suo popolo, solo che era molto raro trovarne una bella in natura.
Oltre alla parte culturale, molto ben sviluppata ed esplicativa, una sezione è dedicata alla vendita: ma con prezzi che noi comuni mortali non possiamo proprio permetterci!
2. Fattorie delle perle a Rangiroa e Fakarava
Se invece avete intenzione di recarvi alle isole Tuamotu, potrete approfittare delle lezioni esplicative direttamente alle fattorie delle perle di Rangiroa e Fakarava, che sono quelle che abbiamo visitato noi.
La lezione sulle perle che si svolge nella Pearl Farm del Pearl Havaiki Lodge è gratuita e aperta anche agli esterni con una lotteria finale.
Noi abbiamo apprezzato moltissimo sia le spiegazioni dell’esperto, che anche la degustazione delle ostriche aperte: della serie “non si butta via niente!”.
Vedi anche: Dove dormire a Fakarava: Pearl Havaiki Lodge, il top
Le perle nere… Si chiamano così perché sono solo nere?
In realtà le tonalità di colore di queste perle sono molto variabili.
Il nero è il colore più raro in natura, se di base il colore è nero o grigio, a fare la differenza sono le tonalità assunte dai suoi riflessi: dal verde, al blu, al peacock, per arrivare a melanzana, rame e bronzo. Altri colori possono essere viola, anice, marrone, argento scuro.
Tutti questi riflessi caratterizzano proprio la perla nera di Tahiti.
I colori dipendono proprio dal particolare tipo di ostrica presente nelle lagune polinesiane che secerne queste tonalità di madreperla molto scure e spesse.
Storia di una perla nera
Allora siete pronti per scoprire con noi come nasce una perla?
Partiamo!
Premessa prima di iniziare il viaggio
Quando si parla di perle nere di Tahiti, ci si riferisce alle ostriche di tipo Pinctada Margaritifera di varietà cumingi.
Si tratta di un particolare tipo di ostrica dalle labbra nere, nativa della Polinesia Francese.
In natura questo particolare tipo di ostrica può vivere fino a 30 anni, misurare 20 centimetri di diametro e pesare fino a 1 kilo.
Può produrre perle per anni, e perle anche molto grandi.
Gli albori della coltivazione delle perle
All’inizio del XIX secolo, l’industria europea dei bottoni iniziò a ricercare sempre di più questo tipo di ostrica. A quell’epoca, però, occorreva aprire più di 15mila ostriche per avere la fortuna di trovare una bella perla.
Ecco perché era molto costosa, riservata ai re.
Nel 1961, applicando la tecnica giapponese dell’innesto alle ostriche polinesiane, i primi pionieri iniziarono gli esperimenti di coltura delle perle.
Dopo ben 2 anni di cure continue, nel 1963, tale coltivazione portò i suoi frutti, si iniziò quindi ad aprire varie fattorie delle perle nelle isole Tuamotu e Gambier.
Fu poi nel 1976 che la “Perla di coltura di Tahiti” ottenne il riconoscimento ufficiale di autenticità da parte delle maggiori autorità di settore.
Come nasce una perla nera polinesiana
I coltivatori iniziano col sospendere nell’acqua dei galleggianti con particolari filamenti.
A quel punto le piccole ostriche vengono ad aggrapparsi spontaneamente ai galleggianti.
Dopo un certo periodo di crescita, si prelevano le ostriche per poterle innestare.
Un nucleo, solitamente una piccola perla di fiume naturale, viene inserito nella sacca perlifera dell’ostrica (la gonade dell’ostrica) insieme al cosiddetto “greffon”, ovvero un minuscolo frammento di tessuto del mantello di altra ostrica donatrice, che “insemina” per così dire la sacca perlifera.
Ciò avviene con appositi strumenti e aprendo l’ostrica di pochi millimetri, facendo moltissima attenzione a non danneggiarla.
A questo punto, se l’innesto è andato a buon fine e quindi il nucleo si trova ancora nella sacca perlifera, l’ostrica riappesa al galleggiante inizia a secernere la madreperla per avvolgere il nucleo.
Il primo controllo sulle ostriche – 6 mesi dopo
Dopo 6 mesi si recupera l’ostrica e si provvede a verificare lo stato del nucleo.
Se il nucleo è ricoperto di madreperla in modo omogeneo e non ci sono imperfezioni, l’ostrica può continuare il suo processo di formazione della perla per altri 6 mesi.
Se invece la copertura è disomogenea o la perla non risulta della qualità sperata, viene tolta dall’ostrica.
A questo punto l’ostrica viene nuovamente innestata, stavolta con un nucleo più grande, ma sempre adeguato alla sua crescita.
Il numero di ostriche che prosegue la seconda fase con la stessa perla è molto basso in proporzione.
In questa fase si scartano le perle che non possono essere utilizzate per i gioielli e non possono essere vendute come tali.
Solitamente finiscono nei banchetti locali e vengono vendute come braccialetti a poco prezzo, oppure regalate come souvenir, magari dalle guesthouse, sotto forma di braccialetti di cuoio o altro.
Noi ne abbiamo ricevute 2 di questa fase in regalo al Pearl Havaiki Lodge: hanno molte imperfezioni e poca lucentezza ma fanno comunque una figura carina.
Il secondo controllo sulle ostriche – 12 mesi dopo
Allo scadere dei 12 mesi, l’ostrica che ha passato il primo turno viene nuovamente ispezionata.
Se la perla continua ad essere di buona qualità e omogenea, l’ostrica può continuare il suo lavoro per altri 6 mesi circa.
In caso contrario ricomincia il ciclo con un nuovo nucleo adeguato alla sua grandezza.
Le perle scartate in questa fase subiscono la stessa sorte della fase precedente, anche se in questo caso, negozietti di souvenir possono montarle su bracciali e collanine, di solito in cuoio o caucciù.
Noi abbiamo acquistato un braccialetto in cuoio con una perla di questa fase, ha molte imperfezioni ma più lucentezza delle 2 precedenti: circa 20 €, ma non in gioielleria!
Il controllo finale – 18/24 mesi dopo
Dopo altri 6/12 mesi, il processo di coltivazione delle perle può dirsi concluso.
Le ostriche vengono ispezionate nuovamente e tutte le perle estratte.
Le perle vengono giudicate in base a vari criteri assumendo il valore di mercato relativo alla loro categoria, mentre tutte quelle che non rispondono a tali criteri vengono scartate nuovamente.
Di base una perla richiede minimo 18 mesi di coltivazione per poter vantare uno strato sufficiente di madreperla, ancora meglio se 24 mesi.
Ogni ostrica produce una sola perla, ecco perché ogni perla è unica.
Ogni perla viene poi classificata in base a determinati criteri.
Volete sapere come scegliere una perla nera polinesiana?
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Conservo anche io un bellissimo, rotondo e prezioso ricordo della Polinesia. Una bellissima perla nera incastonata in un anello d’argento. E’ la promessa di un ritorno, per la nascita di un grande amore per uno dei luoghi più belli del mondo.
Perfettamente d’accordo con te Paola! Un auguro che faccio anche a noi, per un ritorno.
Un percorso davvero molto lungo però si ottiene davvero una meraviglia e poi quei riflessi violacei la rendono ancora più bella. Non conoscevo le perle nere di Tahiti ma è stato davvero interessante leggere quanto tempo ci vuole per quelle migliori e le origini!
Le perle sono una vera meraviglia della natura, tutte diverse e una più bella dell’altra.