Visita al Museo Etnografico di Artenara: Casas Cuevas a Gran Canaria
Fra le visite che abbiamo apprezzato maggiormente in occasione del nostro viaggio alle isole Canarie, riteniamo che un luogo in particolare meriti un articolo a sé stante. Stiamo parlando di un museo di Artenara, a Gran Canaria: una visita al Museo Etnografico di Artenara, Casas Cuevas, dall’acronimo MECCA, vi catapulterà in un mondo passato e affascinante.
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Parliamo di Artenara
Artenara è il villaggio più alto di Gran Canaria coi suoi 1270 metri di altitudine, gli abbiamo dedicato un articolo a parte.
Il Museo Etnografico Casas Cuevas è il vero gioiello di Artenara e non andrebbe saltato se ne avete la possibilità.
La ricostruzione che è stata fatta all’interno è così dettagliata che potreste passare diverse ore nella visita, soprattutto se siete over 60/70 e verrete colpiti dalla nostalgia riguardando alcuni degli oggetti presenti: testimoni di un passato che molti ancora ricordano come parte della loro infanzia.
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Visita al Museo Etnografico di Artenara: la vita nelle grotte
Normalmente ogni famiglia dell’epoca possedeva due grotte: una per dormire e una come dispensa e luogo pasti, mentre nel patio antistante si svolgeva la vita quotidiana.
Nel caso della famiglia che viveva qui, però, le grotte possedute erano di più, indice del loro status economico più elevato.
Le grotte sono quindi diventate un museo etnografico nel vero senso della parola, con l’esposizione di mestieri e utensili tipici.
Visita al Museo Etnografico di Artenara: le grotte oggi
Le grotte di questo museo sono rimaste nel loro stato originario, semplicemente delle grotte.
In realtà le famiglie odierne, pur continuando ad usare le grotte, hanno costruito la casa proprio davanti, con tanto di facciata, per ampliare la superficie disponibile: quelle che ora vengono chiamate casas cuevas, o case grotta.
Visita al Museo Etnografico di Artenara Casas Cuevas
Le grotte di questo museo etnografico risalgono certamente al VI secolo d.C., epoca in cui le grotte hanno iniziato ad essere usate come abitazione.
Questa in particolare è stata restaurata nel 1960 e nel 1997 è diventata un museo.
Il cortile
La visita inizia dal cortile antistante, con vista magnifica sulle montagne circostanti.
Anticamente la vita si svolgeva nel cortile, le grotte venivano usate solo a partire dal tramonto.
Nel cortile si svolgevano molti mestieri quotidiani, come ad esempio la lavanderia, la cucina, la lavorazione delle mandorle, l’essiccazione dei fichi, la tostatura del granoturco o la pulizia delle patate.
Vediamo ora le grotte/stanze nel dettaglio.
Grotta n° 1
La prima grotta illustra come era la camera da letto di una famiglia di modeste possibilità economiche.
Ci sono 3 nicchie, una per ogni letto, tutti posizionati molto alti contro l’umidità.
La stanza è completata da alcuni mobili, come un tavolo, sgabelli, una credenza, oltre alla bacinella usata come lavandino con specchio.
Grotta n° 2
Questa grotta è dedicata ai lavori quotidiani e agli attrezzi e utensili per tali lavori.
Le pannocchie di granoturco sono messe a essiccare sul soffitto, mentre sono visibili: una sgranatrice per pannocchie, la pressa tradizionale per ricavare l’olio di mandorle, un’attività tipica di Artenara, il goro per pestare l’uva, un graticcio di canne dove poter essiccare fichi, formaggi e fichi d’india.
Sono inoltre presentati vari utensili agricoli, come ad esempio degli aratri.
Grotta n°3
Questa era la grotta deputata al lavaggio dei panni, con la sua fonte d’acqua e un piccolo giardino.
Grotta n°4
In questa grotta troviamo l’esposizione dei mestieri tradizionali più rappresentativi della zona.
Tra questi possiamo menzionare minatori, ceramisti, tessitori.
Gli utensili per lavorare la ceramica sono affiancati dai telai per creare tessuti, ma anche da un’antica macchina da cucire Singer.
Sono presenti i tradizionali cesti di vimini fatti a mano e il filatoio per la lana, con un antico fuso, che mi ha fatto pensare alla fiaba della Bella Addormentata nel bosco.
Grotta n°5
In questa grotta si racconta l’emigrazione delle famiglie canarie alla volta di Cuba per cercare fortuna lavorando nelle piantagioni di canna da zucchero.
In esposizione ci sono gli oggetti che le famiglie, di ritorno da Cuba, che erano riuscite a guadagnare denaro, potevano permettersi.
Un orologio o moderni mobili d’epoca, letti più grandi e in legno, armadi intarsiati di pino, una credenza con la ceramica, ma anche bauli in cedro canario, comodini e sgabelli di grande valore economico per l’epoca e che pochi potevano permettersi di acquistare.
Senza contare anche porcellane e stoviglie decorate e dipinte.
Si potrebbero passare ore a leggere le didascalie di tutte le foto appese alle pareti.
Vagamente ricordo dettagli simili nella casa della mia bisnonna, dove passavo interi weekend quando ero molto piccola ma che ricordo ancora distintamente col suo arredamento d’epoca e il letto altissimo.
Tralasciamo la grotta n°6, ora adibita wc, ma chiusa al tempo della nostra visita, quindi non vi so dire se fosse antico o moderno 😛
Grotta n° 7
Già all’esterno della grotta se ne capisce l’uso.
Poco prima dell’ingresso si trova il forno per cuocere il pane e il focolare di pietre per cucinare.
All’interno della grotta una vasta esposizione di utensili di cucina, bacinelle e contenitori vari, oltre al necessario per lavorare il gofio, il formaggio, la carne.
Il piano di lavoro di pietra nasconde un ripiano, il tutto chiuso da tendine.
Le macine per l’olio e i semi completano il tutto, insieme a setacci e a un doppio lavello in terracotta.
Visita al Museo Etnografico di Artenara: informazioni utili
L’ingresso è a donazione libera, ma gli orari sono ristretti, al tempo della nostra visita 11.30-16.30.
Inoltre, occorre attendere il proprio turno se ci sono altri visitatori a causa delle norme Covid.
Insomma, noi siamo rimasti davvero affascinati da questo spaccato di vita quotidiana d’epoca e speriamo di avervi incuriositi.
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