Visita al Parco Archeologico di Paphos (Pafos) a Cipro
Cipro è un’isola densa di tesori archeologici. Se avete in programma di soggiornare nella zona di Paphos, a ovest, non potete non dedicare una mattinata in visita al Parco Archeologico di Paphos.
Si tratta di un luogo intriso di storia, ma anche molto fotogenico, con alcuni resti davvero ben conservati, soprattutto mosaici.
Andiamo insieme a scoprirlo.
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Parliamo di Paphos
L’area di Paphos, o Pafos, è formata in realtà da due blocchi diversi fra loro:
- Kato Paphos: il centro turistico, con il lungomare e la zona retrostante, ma soprattutto il Parco Archeologico, con gli scavi di Nea Paphos, che le ha fatto guadagnare la nomina a Capitale Europea della Cultura nel 2017. Non dimentichiamo anche le Tombe dei Re, poco più lontano.
- Ktima: il centro storico abitato di Paphos, in posizione più elevata rispetto al mare, coi suoi quartieri curati e le taverne tipiche.
In questo articolo parleremo solo di Kato Paphos.
Un po’ di storia
Pare che la fondazione di Nea Paphos risalga al IV secolo a.C. da parte di Ninocles, ultimo re della vicina Palaia Paphos, l’odierna Kouklia.
La struttura urbanistica risale al periodo subito successivo, insieme alle mura oggi solo parzialmente visibili.
La città era un centro importante per il commercio nel Mediterraneo.
Alla conquista romana, nel 58 a.C., crebbe di importanza fino ai terremoti del IV secolo d.C., che la danneggiarono gravemente.
Quando iniziarono le incursioni arabe sulle coste cipriote nel VII secolo, Nea Paphos fu fortificata dai bizantini (con la fortezza di Saranta Kolones) e poi dai Lusignano (col castello sul porto), ma andò in progressivo declino.
Visita al Parco Archeologico di Paphos: Nea Paphos
Lasciata l’auto nel grande parcheggio proprio davanti all’ingresso, alla fine del lungomare, siamo pronti per questo tuffo nella storia millenaria di Cipro.
L’ingresso a Nea Paphos di trova proprio in corrispondenza dell’inizio del porto situato prima della fortezza.
Oltre la biglietteria, un’ampia scalinata conduce ad un piccolo edificio esplicativo sul sito archeologico, in cui potrete vedere anche la mappa, se non avete acquistato la guida in biglietteria.
Da qui, noi decidiamo di iniziare dalla zona più lontana del sito.
Fortezza di Saranta Kolones
Sbirciamo velocemente questo sito, ma è difficile distinguere le parti di questi resti.
Si sa che questa era una fortezza dell’epoca dei Lusignano che fu costruita sopra un castello bizantino.
Purtroppo, i terremoti non hanno lasciato molto.
L’Agorà e l’Odeon
L’Odeon è la struttura meglio conservata: un teatro ellenistico romano da poco restaurato.
A poca distanza, anche un faro bianco, che non possiamo evitare di raggiungere.
Casa di Dioniso
Torniamo ora sui nostri passi per raggiungere la Casa di Dioniso, sicuramente il pezzo forte del sito.
Si entra al coperto, una costruzione bassa protegge i resti dei mosaici di questa residenza nobiliare datata II/III secolo d.C.
Il primo non è propriamente un mosaico, è di epoca più antica ed è fatto con ciottoli di diversi colori, raffigura il mostro marino Scilla, ma la meraviglia inizia ora.
Si cammina su passerelle rialzate dal pavimento mentre scorrono uno ad uno i mosaici più belli e particolareggiati.
Sembrano quasi dipinti tanto sono precisi nel disegnare volti e corpi.
I mosaici
Ognuno dei mosaici ha il suo cartello esplicativo, si passa così dal mito di Narciso alle Quattro Stagioni, raffigurate con teste tutte diverse.
A parte alcuni mosaici unicamente geometrici, il viaggio nella mitologia prosegue nella tragica storia d’amore fra Fedra, moglie di Teseo e il figliastro Ippolito.
Il Trionfo di Dioniso conta una serie di raffigurazioni, mentre il Ratto di Ganimede è fra i più belli.
Poi ci sono scene di caccia e infine la tragedia narrata da Ovidio nelle Metamorfosi di Piramo e Tisbe, seguita da Icaro e Dioniso e Apollo e Dafne.
Casa di Aion
Sul percorso verso la Casa di Teseo, sbirciamo la Casa di Aion, con mosaici che rappresentano l’infanzia di Dioniso in braccio a Hermes, la gara di bellezza fra Cassiopea e le Nereidi oppure la gara di musica fra il flautista Marsia e Apollo.
Casa di Teseo
Qui la struttura dell’edificio è ancora visibile, col mosaico di Teseo sul pavimento della cosiddetta stanza di Teseo. Teseo è alle prese col leggendario minotauro.
Altri mosaici includono il bagno di Achille e la raffigurazione di Poseidone.
Casa di Orfeo
A poca distanza dalla precedente, qui è visibile il mosaico Orfeo e gli animali, quello di Ercole contro il leone di Nemea e un’amazzone.
Per visitare bene tutte le dimore ci vorranno almeno un paio d’ore.
Visita al Parco Archeologico di Paphos: il porto e il suo castello
Ci spostiamo ora verso il porto, in direzione della mole squadrata della Fortezza che veglia al suo ingresso.
Dalle terrazze si può godere della vista della città, ma noi non abbiamo fatto in tempo a visitarlo.
Visita al Parco Archeologico di Paphos: le chiese del centro
La visita a Nea Paphos non può dirsi completa senza dare almeno un’occhiata alle due chiese più importanti della zona.
Agia Kyriaki, un tempio bizantino fondato nell’XI secolo, è circondata dai resti della Panagia Chrysopolitissa, distrutta probabilmente dagli arabi.
Ad una delle sue colonne, secondo la tradizione, pare fosse stato legato san Paolo per essere flagellato.
Poi c’è Agia Solomoni, che si sviluppa anche nei sotterranei, con quella che viene definita una catacomba.
Visita al Parco Archeologico di Paphos: le Tombe dei Re
Altra chicca importante del Parco Archeologico di Paphos, non potete perdervi le Tombe dei Re.
Si trovano a un paio di chilometri di distanza dal sito principale, raggiungibili in auto con un comodo parcheggio.
Il nome induce in errore, poiché pare che nessun reale sia mai stato sepolto qui.
Si tratta semplicemente di una necropoli molto estesa e di aspetto maestoso, con colonne, cortile e peristilio, come da tradizione funeraria alessandrina.
Alcune tombe sono più grandi di altre, tutte scavate nella roccia, ma ognuna vi trasmetterà il suo fascino.
Qui pare trovassero sepoltura le famiglie nobili, i cui componenti dovevano essere sepolti insieme, ma anche alti funzionari.
Le tombe più belle sono la 3 e la 4, il cui cortile è visibile dall’alto, ma in cui è possibile scendere tramite le scalinate.
I lavori di scavo non sono neanche terminati!
Insomma, possiamo dire che una visita al Parco Archeologico di Paphos merita davvero il tempo che vorrete dedicarle.
I resti sono molto belli e le foto si sprecano, con magnifici panorami sul mare.
Vedi anche: Visita alla gola di Avakas a Cipro