Visitare il Mehrangarh Fort di Jodhpur: la nostra guida
Aggiornato il 9 Novembre 2022 da Sara
Arrivare a Jodhpur e non visitare il Mehrangarh Fort è un vero peccato.
La sua posizione così altolocata a dominare l’intera città già da sola dovrebbe essere un incentivo abbastanza convincente.
La cosa più bella del forte però, secondo noi, a parte la vista sulla città, è proprio il palazzo che custodisce.
Non tutti decidono di visitarlo perché è a pagamento, spesso si limitano a passeggiare sui bastioni gratuitamente, ma secondo noi merita davvero tanto.
Che ne dite, lo visitiamo insieme?
Vedi anche: Cosa vedere a Jodhpur: la città blu dell’India
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Perché visitare il Mehrangarh Fort di Jodhpur
Stiamo per visitare una delle fortezze più impressionanti e grandiose di tutto il Rajasthan.
Talmente grande che anche Rudyard Kipling fu spinto a parlarne.
“Un palazzo che può essere stato costruito dai Titani e colorato dal sole del mattino”
Questa fortezza è di una bellezza travolgente, soprattutto avvicinandovisi e ammirandone i particolari.
I bastioni sembrano affiorare dalla roccia e si ergono da 6 a 36 metri di altezza.
L’audioguida compresa nel biglietto d’ingresso è davvero esauriente e completa. Fornisce moltissimi particolari interessanti.
Calcolate almeno un paio d’ore per visitare il Mehrangarh Fort di Jodhpur, magari anche di più se vi attardate per le foto, e ne scatterete di bellissime.
Insomma la vista della città dai bastioni è qualcosa da non perdere e soprattutto da non fare troppo di fretta o vi perderete il bello dell’esplorazione a naso all’insù.
Visitare il Mehrangarh Fort di Jodhpur: un po’ di storia
Eretto nel 1458 dal capo rajput Rathore Rao Jodh, questo forte è stato la residenza dei regnanti e maharaja per centinaia d’anni, finchè il palazzo è stato trasformato in museo.
La sua storia è visibile in ognuna delle meravigliose sale, con vari pannelli esplicativi.
L’origine del suo nome, “forte del sole”, si deve alla leggenda che vuole che il dio sole Surya abbia istituito il clan regnante.
Clan che possiede tuttora il forte: il maharja Gaj Singh II ha deciso di istituire il museo per ricordare la vita dei suoi antenati.
Visitare il Mehrangarh Fort di Jodhpur: la nostra visita
L’ingresso
Varchiamo uno dei suoi sette portali: Fateh Pol, quello più vicino al nostro alloggio nel quartiere di Navchokiya.
Fateh Pol, porta del Trionfo, ricorda il trionfale ritorno del maharaja Ajit Singh dopo il suo esilio.
Salendo la ripida salita troviamo un punto in cui è possibile salire una scalinata per ammirare la città sottostante.
Continuando a salire scale si arriva in un punto panoramico eccezionale, ma dominato dalle scimmie, quindi per stavolta glielo lasciamo, non vogliamo problemi.
Recuperata la salita, attraversiamo la porta successiva, sempre salendo e ammirando la maestosità del forte dal basso.
Ancora una decina di minuti di cammino e raggiungiamo la biglietteria e ritiriamo la nostra audioguida per accedere al “museo”, ovvero il palazzo, la residenza dell’ex maharaja.
Approfittando di un ascensore arriviamo al piano di sopra.
Il Mehrangarh Museum
Da qui la vista sul forte e la città sottostante è davvero mozzafiato.
Facciamo fatica ad avanzare nella visita perché veniamo letteralmente rapiti dagli intarsi nei muri di arenaria.
I “merletti” scolpiti sono talmente perfetti e delicati che sembrano scolpiti nel legno, invece è roccia!
Seguendo i numeri dell’audioguida arriviamo alla seduta dell’incoronazione.
Qui la guida ha un approfondimento sulla vita dei maharaja a corte.
La sala dei palanchini
La prossima sala è dedicata agli Howdah, ai palanchini che venivano usati per cavalcare gli elefanti.
I palanchini in mostra sono tutti estremamente dettagliati nei loro intagli e decorazioni ed è affascinante scoprirne l’uso. Per le donne erano addirittura chiusi.
L’oppio
All’esterno, una sezione dell’audioguida è dedicata al fumo dell’oppio da parte dei reali.
I narghilé in mostra sono molto simili a quelli che abbiamo potuto vedere presso il villaggio Bishnoi visitato, ma qui c’è un dettaglio oscuro.
L’oppio veniva usato anche dalle mogli dei re morti per compiere il suicidio rituale sulla sua pira, il Sati, di cui abbiamo testimonianza in una delle porte. L’oppio sembrava togliere alle donne la paura per facilitarne il sacrificio: spaventoso e macabro.
Attraversata una porta arriviamo in un cortile magnificamente intarsiato con le jali, le finestre traforate a filigrana dietro le quali si nascondevano le donne per assistere agli eventi esterni.
La sala successiva è dedicata ad armi, accessori e miniature, con un bellissimo palanchino proprio nel mezzo della sala.
Lo Sheesh Mahal
Passiamo quindi allo Sheesh Mahal, la camera da letto del maharaja, una vera e propria galleria di specchi, magnifica, visibile solo da fuori.
Sul pavimento è visibile il soffitto originale, purtroppo crollato, che ha richiesto la creazione di un soffitto nuovo.
Si dice che il lavoro di specchi era così realizzato bene che bastasse una candela per illuminare la stanza.
Phool Mahal
Si passa quindi alla Phool Mahal, la sala delle feste private degli uomini.
Cosa si può dire di questa opulenza incredibile?
C’è da rimanere davvero senza fiato. È così ricca e sontuosa… che lascia senza parole.
Lascio parlare le immagini perché, anche se non rendono appieno l’effetto dal vivo, un pochino rendono l’idea.
Non vorremmo mai uscire da questa sala ma proseguiamo fino alla terrazza del Jhanki Mahal da cui si gode una vista magnifica sulla città sottostante.
Takhat Vilas
La prossima tappa è Takhat Vilas, ovvero la camera di Takhat Singh.
È possibile ammirarla solo da fuori e occorre abituare un po’ la vista all’oscurità interna, ma una volta che ci riuscite rimarrete estasiati da questa stanza così sontuosa.
Stranezza: le palle di natale sul soffitto come decorazione!
Cradle Gallery
Entriamo in un’altra sala, splendidamente decorata che espone culle per neonati e siamo pronti per lo splendido cortile del Moti Mahal dove non possiamo resistere a fare qualche foto davanti alle meravigliose porte.
La nostra visita purtroppo è finita, quindi restituiamo le audioguide e ci dirigiamo verso la famosa Loha Pol.
Qui possiamo infine vedere le impronte dei palmi delle mani delle sati, le 31 spose del maharaja Man Singh che nel 1843 si immolarono volontariamente sulla pira ardente del marito morto.
All’interno del complesso potrete anche visitare un tempio e i bastioni con i cannoni, ma per noi è già tardi, così saltiamo.
Usciamo così da Jaya Pol, o porta della vittoria.
Questa porta celebra le vittorie del maharaja Man Singh, degna conclusione della nostra visita del Mehrangarh Fort di Jodhpur.
Impressionante questo forte, vero?
Vedi anche: 5 cose da fare a Jodhpur, l’India “blu”